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La notte di San Giovanni, le janare e gli incantesimi di amore e guarigione

Ultimo Aggiornamento: 23/06/2017 19:01
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Città: MARTINSICURO
Età: 44
Sesso: Femminile
23/06/2017 19:01

“Unguento, unguento, mandame a la noce di Benivento supra acqua et supra ad vento et supra ad omne maltempo”...
Forse non tutti sanno che questa è una notte importantissima per le streghe, al pari e forse più del famoso Halloween. La storia della stregheria italiana narra infatti che nella notte di San Giovanni si celebrasse un sabba della tradizione dianica che richiamava tutti i seguaci presso il noce di Benevento. Le streghe si ungevano con una pozione magica e a cavallo delle loro scope giungevano presso l'albero sacro del raduno. Non poche donne morirono tra le torture dell'inquisizione proprio con l'accusa di essersi radunate nella notte tra il 23 e il 24 giugno intorno al noce per praticare sortilegi e fatture. In realtà l'ipotesi più probabile è che queste seguaci del vangelo di Aradia si cospargessero di lozioni a base di erbe allucinogene, quali Datura, Belladonna e Mandragora e fossero convinte di essersi sollevate in aria e di essersi trasportate in altri luoghi e di aver svolto azioni di cui potevano aver sentito parlare. Ma queste superstizioni e leggende non nascono a caso, sono la somma di antiche tradizioni e rituali pagani che vanno dalla civiltà greco-romana ai contadini delle nostre campagne, passando per i druidi e le tradizioni celtiche.
Le streghe di Benevento venivano dette in dialetto janare, parola che potrebbe derivare da una storpiatura di Dianara, ossia «sacerdotessa di Diana», dea romana della Luna, oppure dal latino ianua, «porta», essendo il solstizio un periodo di passaggio e apertura tra i due mondi al di qua e al di là del velo. Il noce è un albero sacro che richiama la quercia della tradizione druidica, simbolo dell'albero della vita e della saggezza, la cui chioma è tanto più grande quanto più lo sono le radici, "come sopra così sotto".
In questa magica notte, le herbane raccoglievano le erbe da mettere ad essiccare e da utilizzare in erboristeria e in magia per il resto dell'anno; uscivano scalze a contatto con la terra e si bagnavano con la rugiada notturna, in questo modo, tramite acqua e terra, si purificavano ed erano pronte per i loro riti; molto diffusa nelle nostre campagne è stata per secoli l'usanza di preparare l'acqua di San Giovanni: in un grosso recipiente pieno di acqua di fonte si mettevano a bagno le erbe del solstizio e si esponevano alla luna; il mattino seguente ci si aspergeva con questa acqua, specialmente il viso; questo conferiva bellezza e giovinezza durevoli e lavava via ogni maleficio e ogni possessione demoniaca. Le erbe utilizzate variavano in numero e composizione da regione a regione ma in genere erano in 9 e non potevano mancare la ruta contro le fatture, il sambuco sacro alla dea, l'erba di san Giovanni o iperico, detta non a caso erba "scacciadiavoli", la lavanda contro i cattivi pensieri e le negatività, l'artemisia o assenzio selvatico, sacra a Diana e la verbena per l'amore e l'attrazione.
Un' altra tradizione praticata dalle donne in età da marito era quella di riempire un recipiente di vetro con acqua possibilmente da 7 fontane differenti, versarvi due cucchiai di albume d'uovo ed esporre sul davanzale il tutto; la forma che assume al mattino seguente l'albume in acqua è una indicazione del lavoro del futuro sposo.
Quest'anno la notte di san Giovanni corrisponde con il novilunio e perciò tutti i rituali di allontanamento e guarigione e tutti gli incantesimi per favorire i nuovi inizi sono potenziati. Se non abbiamo la possibilità di ricalcare le orme delle antiche herbane, possiamo comunque preparare un bel sacchettino protettivo per la casa e i suoi abitanti contenente iperico, rosmarino e lavanda essiccati; magari possiamo scegliere il colore in base alla necessità: bianco per tutti gli scopi, verde o marrone per prosperità e guarigione, viola, nero o grigio contro l'invidia e le negatività, rosa o amaranto per l'amore; dopo averlo stretto nella mano destra ed aver pensato fortemente al nostro intento possiamo caricarlo lasciandolo tutta la notte all'energia della luna, che anche se nera è potente eccome, dopodiché possiamo appenderlo agli angoli di casa, o metterlo tra i vestiti o sotto il cuscino e vedere con fiducia e amore come le energie universali lavoreranno con noi.
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